Avete mai notato uno strano comportamento in micio: dilatazione delle pupille, si lecca spesso il naso, si accovaccia per lunghi periodi?
Ebbene sì, il nostro amico felino potrebbe soffrire d’ansia.
Recita il manuale Merck:“ l’ansia è l’anticipazione del pericolo accompagnata da segni di tensione (vigilanza, movimento aumentato e muscoli tesi). L’oggetto dell’ansia può essere interno o esterno.” Se micio è in conflitto farà più attività alla volta. Riconoscere le cause di conflitto negli animali, a parte quelle per sopravvivere, è molto arduo.
Interessante è un primo studio che associa gli stati psicologici dei caregivers a quelli dei loro cani. A questo ne è seguito un secondo, dove i protagonisti che riflettono gli stati psicologici dei loro caregivers sono i gatti: la personalità umana influenza realmente la natura di coloro che dipendono da noi (siano essi umani o meno.)
Siete ansiosi?
Di riflesso potrebbe esserlo anche il vostro gatto! Solo spiegando ai caregivers l’associazione tra posture corporee e rilassamento, stress, paura o ansia, essi comprenderanno la sofferenza del loro felino.
Come capire se micio è ansioso?
- La comunicazione felina: i segnali del corpo- Sebbene il nostro amico non abbia la capacità di parola, osserviamolo: pupille dilatate, orecchie laterali e parzialmente appiattite, la coda tra le zampe. Micio ha una postura tendente verso il basso, proprio per fuggire.
- Nascondersi o fuggire- mici ansiosi si nascondono o scappano se percepiscono un pericolo e potrebbero graffiare o mangiare parti di porte o finestre se impediti alla fuga.
- Pipì fuori dalla lettiera- i mici ansiosi e la lettiera non hanno mai un rapporto felice!
- Toelettatura eccessiva- il ‘grooming’, la pulizia calma micio ma se il nostro amico è ansioso si potrebbe irritare leccandosi troppo.
- Vocalizzazioni eccessive- i gatti hanno imparato a vocalizzare sentendo il linguaggio tipicamente umano, ma, se ansiosi, cambieranno il tempo e il tono di vocalizzazioni
- Troppi pasti o inappetenza – mutamenti di appetito; si mangia troppo oppure per nulla
- Problemi gastrointestinali- vomito o diarrea
- Aggressività – reazioni nei tuoi confronti o verso altri animali
- Respiro accelerato- oltre che per un colpo di calore, il respiro aƯannoso può essere un sintomo d’ansia.
L’ansia da separazione, maggiore nei cani, colpisce anche i gatti. In uno studio il 64% dei gatti si è rivelato molto attaccato al suo caregiver. Possiamo riconoscere l’ansia dai vari segnali già esposti + distruggere oggetti (più comune nei gatti maschi).
Vari fattori causano l’ansia da separazione, uno tra tutti è sicuramente l’esempio di gattini orfani separati troppo presto dalla loro mamma, che si attaccano all’essere umano più del dovuto.
Lo stato ansioso del nostro amico può variare di intensità: quella lieve comprende ad esempio evitare il contatto visivo. Un aumento della frequenza respiratoria lo si ritrova invece tra i segnali di ansia moderata, mentre se micio ha ansia severa potrebbe fuggire, paralizzarsi o essere aggressivo.
Tra i disturbi del sonno sono presenti anche gli attacchi di panico: “episodi ricorrenti o bruschi risvegli, paura intensa e segni neurovegetativi.”
Cosa provoca ansia?
Malattia, dolore (come l’artrite), un trauma, forti rumori, modifiche nella routine o nell’ambiente (i nostri amici amano la prevedibilità perché li fa sentire al sicuro), una socializzazione non corretta, la separazione dal caregiver, declino cognitivo per la vecchiaia, fattori genetici o nuovi amici animali e anche, ahimè, bisogni etologici e comportamentali specie- specifici carenti. Ogni gatto necessita di più risorse per poter scegliere: nascondigli, zone per alimentarsi, per espletare i bisogni corporali, tiragraffi e zone gioco non devono mai mancare!
Diamo allora semplici suggerimenti per prevenire l’ansia nel nostro amico:
1. Routine coerente per gioco, pasti, coccole
2. Arricchimento ambientale, ossia creiamo a casa un ambiente che rispetti il più possibile i suoi bisogni etologici
3. Rinforzo positivo; creiamo associazioni positive proprio con quelle cose che terrorizzano micio in modo che non abbia più paura
4. Mai punizioni
5. Nascondigli dove si sente al sicuro
6. Non fissiamolo mai negli occhi
7. Facciamolo mangiare dalla nostra mano: rafforzerà la relazione!
8. Ok la cannetta con il filo lungo, che simula la caccia
9. Interagiamo con micio giocando e con parole dolci, evitiamo le modalità tattili.
In colonia, ho osservato un gatto ansioso: Celeste viveva sola in un chiosco sulla spiaggia. I nuovi proprietari di questo non amavano gli animali come i precedenti e, per lavori di ristrutturazione, bloccarono con un’ asse le entrate del chiosco, impedendo alla gattina di ripararsi. Celeste sviluppò ansia e paura, non riconoscendo più il proprio ambiente. Dato che il punto pappa era cambiato all’improvviso, aveva sempre le pupille dilatate e le orecchie leggermente appiattite, ma non fuggiva perché sapeva che solo in quel momento con il referente presente, poteva mangiare, ma il cambiamento era stato causa di allarme e stress nella gattina! Chi se non il suo amico umano può riconoscere anche un lieve cambiamento in micio? Fondamentale, se ci accorgiamo che qualcosa non va, la prevenzione: attiviamoci e portiamo micio dal veterinario, che saprà consigliarci il meglio ed escludere eventuali patologie.
In accordo con il veterinario, usare i fiori di Bach specifici per le situazioni in cui micio manifesta ansia o paura, situazioni diverse che necessitano di fiori diversi. Se il nostro amico è in pericolo di vita, nell’attesa del veterinario (chiarendo che la sua presenza è doverosa e insostituibile), un rimedio come Rescue Remedy può diminuire l’ansia. Qualche goccia anche a noi: la serenità del caregiver tranquillizza micio. Del resto anche in natura il gatto riconosce tra le risorse le piante a lui favorevoli, quindi un piccolo aiuto naturale non potrà che giovare a entrambi!
Celeste Piantadosi – Consulente in Cultura FelinaⓇ certificata – Sardegna