Molti si saranno posti delle domande osservando il proprio gatto mentre si rotola euforico strusciando il musetto su qualunque cosa contenga la comunemente detta “Erba gatta”.
Vediamo di capirlo insieme ma cominciamo a fare le debite distinzioni.
I vasetti di erba con steli lunghi e sottili che si trovano nei supermercati non sono Erba Gatta. Sono un erba per gatti, solitamente ottenuta da semi di orzo o altri cereali, che è utile per il contenuto di vitamine e acido folico, e per assecondare un comportamento legato alla caccia, mangiare l’erba aiuta l’espulsione di parti di prede più difficili da digerire, e poco importa se i nostri gatti vivono in casa, l’informazione viene trasmessa geneticamente e quindi il comportamento persiste anche nei gatti di casa che la utilizzano per stimolare l’espulsione di boli di pelo.
Ma questa erba nulla ha a che vedere con la vera Erba Gatta.
Ciò che a noi interessa in realtà è un’erba il cui nome scientifico è Nepeta Cataria, o per dirla all’inglese, Catnip.
La Nepeta Cataria è una pianta, anche carina, che ha foglie ovali o triangolari con una base cuoriforme, assomiglia un po’ alla menta, anche il profumo la ricorda, e fa dei piccoli fiori azzurri/viola
Il perché questa pianta abbia questo effetto è stato studiato per lungo tempo, ed è tutt’ora oggetto di studio.
E’ stato recentemente pubblicato su Science (Science Advances 20 Jan 2021: Vol. 7, no. 4, eabd9135DOI:10.1126/sciadv.abd9135) una interessante ricerca svolta da un team giapponese proprio per determinare l’effetto fisiologico dei composti contenuti nella pianta.
Il Prof. Iwate Masao Miyazaki ha trascorso 5 anni studiando le piante, e le sostanze chimiche in esse contenute, di Nepeta Cataria e Silver vine (Vite d’argento) più comunemente conosciuto come Matatabi, ed è arrivato alla conclusione che il componente più potente ad agire sul gatto, insieme al più famoso Nepetalattone (iridoide chiave dell’erba gatta) è il Nepetalattolo che fino a questo studio non era stato dimostrato di influenzare il comportamento dei gatti.
Quindi, ha messo del nepetalattolo in sacchetti di carta e li ha presentati, insieme a sacchetti contenenti solo una sostanza salina, a 25 gatti domestici per valutare la loro risposta. La maggior parte degli animali ha mostrato interesse solo per i sacchetti con nepetalattolo. Considerato che in nepetalattolo ha effetto su altri felini, e per assicurarsi che questo fosse l’oggetto dell’attrazione, ha ripetuto l’esperimento con 30 gatti selvatici e un leopardo, due linci e due giaguari che vivevano negli zoo giapponesi di Tennoji e Oji. Grandi o piccoli, i felini si sono arresi alla sostanza, strofinandosi la testa e il corpo per una media di 10/15 minuti. Questo è il tempo medio di effetto delle sostanze sui gatti, trascorso il quale riprenderanno il loro comportamento normale e saranno ricettivi alle sostanze quando saranno trascorse all’incirca un paio d’ore. Sottolineiamo però che non tutti i gatti sono sensibili alla Nepeta o alla Vite d’argento. E’ una questione genetica e si stima che la Nepeta abbia effetto su circa un terzo degli esemplari mentre la media sale se parliamo di Matatabi.
Sottolineiamo anche che non stiamo parlando di sostanze che creano dipendenza, nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo, e anche che una leggera salivazione durante l’utilizzo è normale.
Ma la domanda chiave rimane: PERCHE’?
Provare un momento di euforia e relax potrebbe essere già sufficiente a giustificare il comportamento ma sappiamo che la maggior parte dei comportamenti degli animali ha sempre un fine adattivo, cioè volto alla sopravvivenza ed al mantenimento della specie. Quale scopo adattivo può avere strofinare il corpo su un’erba facendo le fusa?
Riprendendo una ricerca degli anni novanta sul Nepetalattone, gli stessi ricercatori, hanno rivalutato e studiato il suo effetto repellente nei confronti delle zanzare e hanno prima dimostrato che il gatto è in grado di trasferire con lo strofinamento le sostanze sulla propria pelle e successivamente che questo ha effettivamente un effetto repellente verso le zanzare. E qui sta’ il comportamento funzionale. I felini sappiamo sono abili cacciatori ma sarebbero in grado di restare immobili durante un agguato se decine di zanzare gli ronzassero attorno? Probabilmente no. Utilizzano quindi la Nepeta Cataria per allontanare le zanzare.
Il team sta ora brevettando un repellente per zanzare ad uso umano e qui sorge spontanea la domanda. Se noi umani cominciassimo a spruzzarci di Nepeta Cataria che reazione avranno mai i nostri gatti?
ALTRI UTILIZZI
In attesa che questo prodotto arrivi a sconvolgerci l’esistenza, vediamo come possiamo sfruttare Nepeta Cataria e Matatabi.
Innanzitutto dobbiamo verificare che effetto hanno sul nostro gatto, reazioni e tempi possono variare in base all’individuo: se abbiamo un gatto già iperattivo potrebbe non essere una buona idea stimolarlo ulteriormente con la Nepeta, meglio optare per il Matatibi che abbina ad uno stato di euforia anche un effetto rilassante; mentre se abbiamo un gatto un po’ apatico può essere utile la Nepeta per dargli uno stimolo al gioco e provocare in lui sensazioni positive. La Nepeta Cataria non è consigliata alle gatte gravide, ad esempio, in quanto pare essere uno stimolante uterino e potrebbe indurre un parto prematuro, e non ha effetto sui cuccioli almeno fino ai 6/8 mesi, qualcuno sostiene anche fino all’anno di età. Quindi occorre sempre valutare qualsiasi cosa su base individuale ricordando che ogni gatto è un individuo a sé, con la sua personalità, le sue esperienze e i suoi ricordi. E se ci sono dei dubbi il veterinario di fiducia saprà consigliarci al meglio.
Detto ciò possiamo utilizzare Nepeta e Matatabi in vari modi.
Esistono in commercio giochi che le contengono ma vengono vendute anche essiccate, in semi per coltivarle, in spray e anche negli snack che, ricordiamo, hanno la principale funzione di ricompensa per un comportamento positivo.
L’utilizzo più comune che ne viene fatto è per gioco. I cuscinetti o altri oggetti che le contengono vengono spesso usati per intrattenere micio in momenti di svago e relax ma non sottovalutiamo lo stimolo olfattivo che ne deriva. L’olfatto è un senso molto sviluppato per il gatto ed è importante stimolarlo. Se proponiamo un gioco con Catnip o Matatabi non lasciamolo sempre a disposizione, ma proponiamolo a giorni alterni o magari in particolari occasioni in cui vogliamo sottolineare un suo comportamento positivo, eviteremo così l’assuefazione e per il nostro amico sarà sempre una gradevole sorpresa.
Vengono meno impiegate per abituare il gatto a comportamenti desiderati ma in realtà sono armi molto potenti da utilizzare come rinforzo positivo, non per niente esistono i tiragraffi di cartone che contengono Catnip.
Spolverizzare, o spruzzare, dell’erba gatta su un tiragraffi nuovo, ad esempio, può incentivarne l’uso, magari utilizzandolo come base per dei giochi insieme. Oppure può aiutare a vincere la paura dell’odiato trasportino. In questo caso è utile tenere il trasportino in casa, inizialmente anche senza coperchio, inserire una superficie morbida e un po’ di Catnip che attira il gatto facendogli associare quel luogo a qualcosa di positivo. Questo potrebbe non evitarvi del tutto di lottare con il vostro gatto per portarlo dal veterinario, soprattutto se il gatto è già adulto ed ha memoria negativa di quell’oggetto, ma l’associazione sarà comunque più positiva e i livelli di stress saranno più contenuti se viaggerà in un luogo che per lui ha una valenza positiva.
In commercio si trovano anche i bastoncini, che sono di ausilio per la pulizia dei denti, nonché i frutti di Matatabi e la polvere di Catnip che possono essere utilizzati per rendere più appetibili cibo o acqua, ma per questo utilizzo è sempre d’obbligo sentire il parere del veterinario.
Il consiglio è comunque quello di far provare queste erbe che non hanno effetti collaterali e che possono essere un ottimo stimolo olfattivo oltre che un bel momento di svago e di euforia che tanto fa bene ai nostri amici gatti, soprattutto se vivono solo all’interno delle mura domestiche. E poi diciamolo … fa bene anche a noi guardarli mentre “si fanno d’erba”.
a cura di RAFFAELLA CERUTI – Consulente per la Relazione e Convivenza con il Gatto (CRCG) – zona di attività Lodi/Crema