Accarezzare il nostro gatto e riempirlo di coccole è piacevole e rilassante, si crea un legame umano-gatto molto profondo con grandi benefici psicofisici per entrambi.
Spesso mi capita però di sentire di gatti che, nonostante le fusa, improvvisamente afferrano con gli artigli la mano e mordono, interrompendo l’idillio.
Anche voi vi ritrovate in questa situazione?
Nella maggior parte dei casi questo comportamento è un segnale di STOP, il gatto sta dicendo che ne ha abbastanza, che siamo andati oltre il limite, ma vediamo insieme cosa sta realmente succedendo e come rimediare a questo spiacevole inconveniente per rendere le coccole un momento magico.
Troppe coccole
I gatti hanno il senso del tatto molto sviluppato, non solo le vibrisse e i gommini delle zampe sono ultra sensibili, ma anche il resto del corpo è facilmente eccitabile.
Questa sensibilità varia da gatto a gatto e dipende dalla naturale ricettività con cui nasce e dalla quantità/qualità di manipolazione ricevuta durante i primi mesi di vita che aumenta o diminuisce la soglia limite di sopportazione raggiungibile.
Ogni gatto ha il suo limite, e quando si supera, le coccole da piacevoli diventano una sensazione cutanea fastidiosa. Il nostro gatto comincerà a mandarci vari segni per avvertirci di ciò.
Il corpo da rilassato diventa un po’ più rigido, come se i muscoli siano pronti a scattare; gli occhi e le orecchie sono vigili e puntati su di noi o su un punto fisso della stanza, la coda comincia a muoversi sempre più velocemente e nervosamente; questi segnali possono essere espressi tutti insieme o singolarmente, ma il significato è sempre lo stesso: basta toccarmi ho raggiunto il limite! Se non li percepiamo o, peggio, li ignoriamo, al gatto non rimane che essere esplicito e fermarci mordendoci la mano.
Appena cogliamo questi messaggi, fermiamoci dal coccolare il gatto; se lo facciamo, pian piano si abituerà maggiormente al nostro tocco e avremo un aumento di quantità e qualità del tempo di coccole, viceversa non solo continueremo a prenderci graffi e morsi, ma il gatto cercherà di evitarci sempre di più.
Non è il momento giusto
Un altro motivo per cui il gatto non vuole essere coccolato e ci morde per interrompere l’interazione è semplicemente perché in quel momento non vuole essere disturbato ed è impegnato in altro.
Noi pensiamo che la vita di un gatto sia fatta di riposini, pappe e coccole, ma in realtà durante la giornata è impegnato in varie attività come la caccia, l’esplorazione o il grooming.
Come noi, il gatto è infastidito se interrotto quando è impegnato in qualcosa che per lui è importante. Costringerlo a un’interazione profonda non richiesta è scocciante oltre che poco rispettoso; il gatto sarà subito nervoso e poco disposto a sopportare questa invadenza.
Stesso discorso, se non peggio, è l’essere svegliati; sebbene le coccole le facciamo con tenerezza e a fin di bene, svegliare un gatto che dorme è per lui stressante quanto lo è per noi quando, di notte, siamo svegliati dai miagolii.
Aspettiamo che sia lui a chiederci le coccole oppure chiediamogli se le vuole: per farlo avviciniamoci a non più di 30 o 50 centimetri quando è rilassato e tranquillo, mettiamoci alla sua altezza, allunghiamo dolcemente una mano verso lui e parliamogli con voce tranquilla. Lasciamo che sia lui a fare la prima mossa avvicinandosi alla mano o ci faccia segno di procedere chiudendo gli occhi dimostrando fiducia e tranquillità.
Attenzione quando il gatto si sdraia per terra e ci mostra la pancia: potrebbe semplicemente volersi stiracchiare o comunicarci che si fida di noi, non è detto che sia un invito alle carezze.
Carezze non adatte
Il modo in cui accarezziamo il gatto potrebbe non essere adeguato, costringendo il nostro amico a fermarci tramite morsi e graffi.
Le carezze vanno esercitate con dolcezza e tranquillità, infatti movimenti veloci e pressione eccessiva possono indispettire o addirittura impaurire il nostro amico mettendolo sulla difensiva; anche la direzione delle carezze, che non deve essere mai contropelo, è importante.
Cominciate dal muso, dalla fronte, passando da dietro le orecchie per poi accarezzare il lato del corpo; cerchiamo di evitare zone sensibili come le zampe e vulnerabili come il ventre.
Non soffermiamoci sempre e solo su un punto, ma alterniamo le zone in modo da non sovreccitare troppo la cute ed evitare la formazione di elettricità statica nel manto che è fastidiosissima per il micio.
Attenzione alle fusa
Si pensa erroneamente che le fusa siano un segno di felicità e questo ci porta a continuare a coccolare il gatto fintanto che lo sentiamo farle; in realtà è un segnale un po’ più complesso.
Sicuramente i gatti emettono le fusa in situazioni gradevoli per amplificare la sensazione piacevole provata, condividere lo stato di benessere con l’altro individuo e comunicare pace e tranquillità.
Ma è anche vero che i gatti emettono le fusa quando sono agitati, irrequieti o doloranti; le fusa in questo caso servono per placare le sensazioni negative e cercare di ritrovare la serenità, un po’ come noi che (se vogliamo azzardare un paragone), quando siamo arrabbiati, ci fermiamo a fare respiri profondi.
Per distinguere tra i due casi bisogna osservare tutto il gatto, se ci sembra rilassato e calmo probabilmente sono fusa di piacere; altrimenti, se notiamo segni di agitazione e tensione, allora il gatto sta cercando di sopportare il più possibile una situazione per lui troppo irritante. In questo ultimo caso, fermiamoci immediatamente.
Le mani non sono un gioco
Se usiamo le mani per giocare con il gatto, smettiamola subito!
L’utilizzo delle mani per strapazzare il gatto mentre si gioca è istintivo e veloce come approccio, ma attenzione, stiamo comunicando che le nostre mani (e piedi) sono bersagli a disposizione dei gatti.
Se abituati a questo, può succedere che, durante le coccole, la troppa agitazione inneschi in loro dei meccanismi di gioco e induca i gatti a morderci e graffiare. Fanno così perché siamo stati noi a insegnare loro questa modalità di gioco.
Usiamo le mani solo per coccolare i gatti. Per il gioco, invece, esistono cannette e oggetti appositamente ideati; distinguiamo le attività e educhiamo i gatti a rispettare le nostre mani.
Ora che sappiamo qualche piccola curiosità in più sulle coccole, prestiamo attenzione al linguaggio del gatto per migliorare le nostre interazioni, rendendole ancora più speciali per entrambi e facendo diventare la nostra amicizia ancora più forte e profonda.
Gabriel Alejandro Pedrini – Consulente in Cultura Felina® – Formazione Livello 1 Base – Zona di attività Pesaro e Urbino